La pelle è un confine vivo tra noi e il mondo.
Protegge, filtra, comunica. Ma è anche permeabile, e ciò che applichiamo quotidianamente — come creme, sieri, detergenti o make-up — può entrare in contatto diretto con il nostro equilibrio ormonale.
Stiamo parlando dei perturbatori endocrini (o ED – endocrine disruptors):
sostanze chimiche capaci di interferire con il sistema endocrino umano e animale, mimando o bloccando l’azione degli ormoni naturali.
Cos’è un perturbatore endocrino?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS):
“Un perturbatore endocrino è una sostanza esogena o una miscela che altera le funzioni del sistema endocrino e può avere effetti negativi sulla salute dell’organismo o della sua progenie.”
In termini semplici:
🔹 Si tratta di molecole che imitano gli ormoni naturali del nostro corpo
🔹 Possono disturbare comunicazioni biochimiche fondamentali
🔹 Agiscono anche a dosi molto basse, in modo cronico e silenzioso
Dove si trovano nei cosmetici?
Molti prodotti per la cura personale possono contenere ingredienti riconosciuti o sospettati come interferenti endocrini.
Ecco i principali esempi:
Parabeni: conservanti comuni in creme, lozioni, shampoo
Triclosan: antibatterico in dentifrici, detergenti, saponi
Ftalati: usati per fissare fragranze in profumi, balsami e prodotti leave-on
Filtri solari chimici: come Oxybenzone, Octinoxate, Homosalate, usati in creme viso, make-up, solari
Alchilfenoli: agenti schiumogeni ed emulsionanti presenti in detergenti
Alcuni di questi composti sono ancora ammessi in concentrazioni regolamentate, ma l’esposizione combinata e quotidiana solleva sempre più interrogativi nella comunità scientifica.
Come agiscono?
I perturbatori endocrini non sono tossici nel senso classico (come un veleno acuto), ma agiscono su sistemi ormonali estremamente sensibili e regolati da microdosi.
Possono:
Mimare ormoni naturali, come gli estrogeni
Bloccare i recettori ormonali (es. tiroidei)
Interferire con la sintesi, il trasporto e la degradazione degli ormoni
Non servono alte dosi: la frequenza, la durata e il momento della vita in cui si è esposti sono fattori determinanti.
Quali sono gli effetti possibili?
L’esposizione prolungata e cumulativa può contribuire a modulare o alterare funzioni ormonali, soprattutto in fasi sensibili della vita (gravidanza, infanzia, adolescenza).
La ricerca ha evidenziato possibili correlazioni, non sempre causali, con:
Squilibri ormonali (alterazioni del ciclo, pubertà precoce, disturbi tiroidei)
Ridotta fertilità o qualità dello sperma
Modulazione del rischio in tumori ormono-dipendenti (mammella, prostata, ovaio)
Effetti neurologici precoci: ritardi cognitivi legati all’esposizione prenatale
Metabolismo alterato: alcuni ED sono “obesogeni”, cioè influenzano il bilancio energetico
⚠️Importante: molti studi sono ancora in corso. Non tutti gli effetti sono conclusivi, ma la precauzione è una buona pratica soprattutto in ambito cosmetico, dove la pelle è il primo veicolo di assorbimento.
Classificazione aggiornata (UE)
L’Unione Europea ha classificato gli interferenti endocrini in tre categorie:
Certi: sostanze con studi su organismi viventi che dimostrano effetti endocrini
Probabili: sostanze testate in vitro con risultati indicativi
Non confermati: insufficienti dati disponibili
Attualmente, sono oltre 190 le sostanze nella categoria 1 (con effetti dimostrati).
Purtroppo la classificazione non è armonizzata a livello globale, e molte sostanze sospette sono ancora legali in diversi Paesi o settori.
Come proteggersi nella scelta dei cosmetici?
Ecco 5 buone pratiche per una beauty routine più sicura:
Leggi l’INCI: i nomi degli ingredienti rivelano molto (leggi il nostro articolo “Leggere l’INCI non basta…”
Evita prodotti con parabeni, ftalati e filtri UV controversi
Preferisci cosmetici certificati o con claim trasparenti e verificabili
Riduci i prodotti leave-on profumati (creme profumate, deodoranti)
Scegli brand che investono in ricerca e formulazione etica
La differenza tra naturale e sicuro
Attenzione al fraintendimento comune:
“Naturale” non significa sempre “sicuro”
“Chimico” non significa sempre “nocivo”
La vera sicurezza sta nella formulazione intelligente, trasparente e sinergica.
Serve consapevolezza
I perturbatori endocrini non sono “il male assoluto”, ma una sfida scientifica e regolatoria che richiede consapevolezza e responsabilità.
Ogni scelta — da produttore, consumatore o professionista — può fare la differenza.
Impariamo a leggere le etichette.
Facciamo scelte informate.
Pretendiamo chiarezza, non promesse vaghe
Fonti scientifiche e istituzionali
OMS & UNEP – Interferenti endocrini e salute pubblica
ECHA – European Chemicals Agency (EU)
AIRC – Interferenti endocrini e rischio oncologico
Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism –Review on endocrine-disrupting chemicals and reproductive health
EU Commission – Chemicals Strategy for Sustainability
Condividi le tue esperienze. Hai mai escluso un cosmetico per via dell’INCI?
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